Non tutti sono a conoscenza del fatto che potrebbe capitare che per gli acquisti in spiaggia di prodotti come granite, bibite, costumi, giocattoli occhiali da sole molto altro ancora, potrebbe essere prevista una sanzione. Infatti, gli ambulanti sulle spiagge vendono di tutto e di più e spesso capita che i bagnanti siano abituati a vederli passeggiare per chilometri interi cercando di portare a casa un gruzzoletto a fine serata.
Cosa potrebbe accadere se si acquista in spiaggia, eco le sanzioni
È questa un’abitudine familiare a molti italiani anche se è bene ricordare che in caso del genere è prevista anche una sanzione amministrativa molto salata la quale parte da un minimo di €100 fino al massimo di €7000.
Ed è a questo riguardo che è la legge del 23 luglio del 2009, la numero 99, ad affermare che: “è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 100 euro fino a 7.000 euro l’acquirente finale che acquista a qualsiasi titolo cose che, per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o per l’entità del prezzo, inducano a ritenere che siano state violate le norme in materia di origine e provenienza dei prodotti ed in materia di proprietà industriale”.
Inoltre le conseguenze non si fermano soltanto ad una sanzione amministrativa ma si rischia anche una sanzione penale in quanto: “I beni, infatti, devono essere per mero utilizzo personale, altrimenti scatta la sanzione per ricettazione se la merce acquistata in spiaggia è rubata e l’acquirente è consapevole di ciò” e “indubbiamente, per escludere o confermare la buona fede di chi abbia acquistato, giocoforza assumono le modalità di vendita e le caratteristiche del bene”.
La normativa più recente che prende il nome “Spiagge sicure” in cui il Ministero dell’Interno già dal 2023 ha presentato il piano “prevede più fondi per le prefetture delle località turistiche contro l’abusivismo commerciale. Il piano del Ministero dell’Interno prevede più fondi per le prefetture delle località turistiche contro l’abusivismo commerciale. I fondi saranno alcuni milioni tratti dal Fondo Unico per la Giustizia, che comprende i soldi sequestrati alla mafia, saranno distribuiti alle prefetture “per far sì che siano pagati gli straordinari agli agenti della polizia locale che pattuglieranno le spiagge”.
Sfondi a cui si fa riferimento verranno utilizzati per aumentare i fondi per gli straordinari della polizia locale che si occupano di pattugliare le località turistiche.
La norma che ha emesso il ministero fa riferimento anche alla merce contraffatta, ossia film, CD, DVD o abbigliamento che richiama marchi noti. Nel caso in cui si vende una merce rubata e l’acquirente ne è a conoscenza, l’articolo 648 del codice penale stabilisce che in questo caso si potrebbe assistere ad una punizione molto dura, ossia “la reclusione da due ad otto anni e con la multa da 516 euro a 10.329 euro“.
Ma qual è il rischio che corre chi invece ha realizzato merce contraffatta? La risposta è presente nell’articolo 473 del codice penale in cui è possibile leggere: “Chiunque, potendo conoscere dell’esistenza del titolo di proprietà industriale, contraffà o altera marchi o segni distintivi, nazionali o esteri, di prodotti industriali, ovvero chiunque, senza essere concorso nella contraffazione o alterazione, fa uso di tali marchi o segni contraffatti o alterati, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 2.500 a euro 25.000.
Soggiace alla pena della reclusione da uno a quattro anni e della multa da euro 3.500 a euro 35.000 chiunque contraffà o altera brevetti, disegni o modelli industriali, nazionali o esteri, ovvero, senza essere concorso nella contraffazione o alterazione, fa uso di tali brevetti, disegni o modelli contraffatti o alterati”.
